“Il buco” (“El hoyo”) è un film spagnolo del 2019 scritto da David Desola, Pedro Rivero e diretto da Galder Gaztelu-Urrutia. Film prodotto da Basque Films e distribuito dalla piattaforma Netflix. Interpretato principalmente da: Iván Massagué (Goreng), Zorion Eguileor (Trimagasi), Antonia San Juan (Imoguiri) e Emilio Buale Coka (Baharat).
In un futuro distopico, i detenuti rinchiusi in celle disposte in verticale osservano con bramosia il cibo che scende dall’alto, sfamando i livelli superiori e lasciando i prigionieri dei piani inferiori a soffrire la fame.
“Il Buco” offre una visione cruda e violenta della società e della sua scala gerarchica, mostrando come i cambiamenti non avvengano spontaneamente. Il film sottolinea l’importanza di scardinare il sistema per rivoluzionarlo completamente, dalla testa ai piedi, e invita alla ricerca di una solidarietà spontanea. Le somiglianze con la Bibbia e le analogie tra il protagonista e il Messia sono affascinanti, così come il loro messaggio.
La messa in scena e la scenografia contribuiscono in modo significativo alla narrazione, ricreando ambienti claustrofobici e poveri che riflettono perfettamente il contesto. L’idea di un unico palazzo verticale rappresenta i vari livelli di benessere nella società: chi è in cima guarda con disprezzo quelli più in basso, mentre chi si trova nei piani inferiori aspira costantemente a risalire. È una metafora efficace del sali e scendi che caratterizza le nostre vite.
Gli attori sono tutti credibili e abili nel loro ruolo, capaci di trasmettere le emozioni richieste. L’uso parsimonioso della musica lascia spazio a lunghi silenzi, che accentuano il senso di oppressione e disperazione.
Il film cerca di trovare un punto d’incontro tra le persone, un elemento essenziale per la salvezza di tutti. Tuttavia, come nella vita reale, il dialogo e la democrazia non sempre bastano per ottenere un risultato equo, e la violenza diventa uno strumento inevitabile.
La narrazione è fluida, anche se lascia alcune domande sul protagonista: perché ha scelto di entrare nel sistema? E perché non ha avuto reazioni più forti quando ha scoperto la realtà circostante? Il film non approfondisce il meccanismo superiore che controlla tutto, né svela chi tira le fila. Tuttavia, questa scelta risulta funzionale, poiché il messaggio centrale è il riflesso della nostra società e della natura umana, dove l’istinto di sopravvivenza prevale e pochi si preoccupano del benessere collettivo. Coloro che cercano di smuovere il sistema vengono spesso visti con sospetto e distacco.
L’uso del cibo come simbolo è un espediente geniale che rappresenta l’ingordigia e uno dei sette peccati capitali, raffigurando i privilegiati ai piani superiori e i poveri in basso.
In conclusione, “Il Buco” è un film che ho apprezzato molto per i motivi sopra esposti. La sua trama, pur semplice, riesce a trasmettere messaggi e sensazioni potenti, parlando alla nostra natura di esseri umani.

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