“The Penguin” è una miniserie televisiva statunitense creata da Lauren LeFranc. Basata sul personaggio del Pinguino di DC Comics, è uno spin-off del film “The Batman” (2022). Serie prodotta dai Dc Studios in associazione con Warner Bros. Television.Interpretata principalmente da: Colin Farrell (Oswald “Oz” Cobb / Pinguino), Cristin Milioti (Sofia Falcone Gigante / Impiccato) e Rhenzy Feliz (Victor Aguilar).
Il Pinguino è un uomo che ha sempre abitato nell’ombra, ma ora intravede l’opportunità di diventare il nuovo re del crimine di Gotham. La sua scalata non sarà priva di sfide: vecchi rivali, nuovi antagonisti e alleati poco affidabili si porranno sulla sua strada verso il dominio.
Gotham si presenta come una città allo sbando, immersa nella criminalità, nella sporcizia e nell’oscurità, con una scenografia incredibilmente curata che ne enfatizza il degrado. Le atmosfere cupe riflettono perfettamente la desolazione e gli umori degli abitanti, rendendo Gotham un vero e proprio personaggio in sé. In questo contesto si inserisce Colin Farrell con una performance straordinaria nel ruolo del Pinguino, un personaggio complesso e sfaccettato, capace di catturare lo spettatore per la sua brutalità e astuzia, con quell’inconfondibile dondolio che richiama il nome stesso. La sua ambizione è feroce: vuole a tutti i costi diventare il numero uno della criminalità organizzata.
Il personaggio del Pinguino è tratteggiato con una sensibilità particolare: al di là del suo lato oscuro, vediamo anche una parte di tossicità amorevole, rivolta verso la madre affetta da demenza. Questo legame con la famiglia potrebbe essere l’unico spiraglio di umanità in un’anima altrimenti completamente devota alla propria ascesa criminale.
La scrittura è quasi sempre impeccabile e coerente, sia per il Pinguino che per gli altri personaggi. Spicca, accanto a lui, Sofia Falcone, un personaggio di punta che incarna i tormenti di un passato difficile, segnato dalle ingiustizie subite e dalla reclusione ad Arkham. Sofia è caratterizzata magistralmente, e il suo rapporto con Carmine Falcone aggiunge profondità alla narrazione, che procede senza lasciare buchi nella trama.
Il terzo episodio, dedicato a Victor, ci svela un altro lato emotivo della serie, mostrandoci il rapporto quasi paterno che ha con il Pinguino, il quale diventa una figura di riferimento dopo la tragica perdita dei genitori di Victor. Le sue crisi di panico e il desiderio di evasione sono rappresentati con grande sensibilità, donandoci una visione psicologica ricca e appassionante.
La serie sembra volerci portare a riflettere sui concetti di bene e male, in una Gotham che, come l’America stessa, vive di contraddizioni. A tratti, si percepisce l’influenza della serie tv “I Soprano”, soprattutto nei momenti di intimità che rivelano il lato umano dei personaggi, pur nel contesto brutale del crimine organizzato.
L’ultimo episodio della stagione si distingue per il coraggio con cui viene portata avanti la narrazione: l’evoluzione del Pinguino culmina in un colpo di scena che annulla qualsiasi briciolo di empatia che lo spettatore possa aver provato. I creatori hanno sapientemente costruito un personaggio che, seppur crudele e disposto a tutto, riesce inizialmente a suscitare simpatia; ma, con il finale, ci ricordano che il Pinguino è nato cattivo e tale rimarrà.
Finalmente, in un cinefumetto, vediamo un villain autentico, un cattivo che non si redime, ma anzi, si rafforza eliminando ogni debolezza, perfino le persone che lo circondano. In quest’ultimo episodio, la serie chiude un cerchio iniziato in “The Batman” e culminato qui, lasciando lo spettatore con la consapevolezza di essere di fronte a un cattivo senza possibilità di redenzione.
“The Penguin” è una serie che colpisce per la sua capacità di raccontare il male senza compromessi, offrendo un protagonista oscuro, privo di scrupoli e intrinsecamente cattivo. È intrattenente e violenta, quel tipo di visione audace di cui si sentiva la mancanza, che riesce a farci simpatizzare per un personaggio moralmente ambiguo solo per ricordarci brutalmente, alla fine, la sua vera natura. Il coraggio della sceneggiatura, l’approfondimento psicologico e le performance straordinarie fanno di questa serie un’opera meritevole, che lascia il segno e pone interrogativi sul concetto stesso di umanità.
In conclusione devo dire che, per tutti i motivi sopra elencati in precedenza, questa, a parer mio, è la serie tv dell’anno come non se ne vedevano da un po’. Finalmente un progetto cinecomics azzeccato dall’inizio alla fine, complimenti ai DC Studios.

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