“Captain America: Brave New World” è un film del 2025 prodotto da Marvel Studios, co-scritto e diretto da Julius Onah Basato sul personaggio di Sam Wilson di Marvel Comics, è il 35° film del Marvel Cinematic Universe nonché continuazione della miniserie televisiva “The Falcon and the Winter Soldier” (2021). Film interpretato principalmente da: Anthony Mackie (Sam Wilson / Captain America), Danny Ramirez (Joaquin Torres / Falcon), Shira Haas (Ruth Bat-Seraph), Carl Lumbly (Isaiah Bradley), Giancarlo Esposito (Seth Voelker / Sidewinder), Tim Blake Nelson (Samuel Sterns / Capo) e Harrison Ford (Thaddeus “Thunderbolt” Ross / Red Hulk).

Dopo l’incontro con il neoeletto presidente degli Stati Uniti, Thaddeus Ross, Sam si trova a dover affrontare una crisi internazionale. Il nuovo Capitan America è chiamato a svelare le ragioni dietro un complotto globale e a impedire che l’intero mondo finisca in pericolo.

Il film richiama lo stile di “The Winter Soldier”, mescolando elementi polizieschi, investigativi, politici e d’azione. Tuttavia, è un film che definirei “normale”: ha tutti gli ingredienti di un buon film, ma non osa mai andare oltre, restando nei limiti. La CGI non è sempre ottimale e i dialoghi risultano poco incisivi. Il ritmo c’è, ma a volte è frammentato da un montaggio che salta troppo tra una scena e l’altra.

L’azione, comunque, è buona, con combattimenti ben coreografati e un uso interessante dei gadget di Captain America. Le musiche, pur accompagnando la pellicola, non riescono ad esaltare le scene più cariche. Il risultato finale è un film piacevole, sicuramente superiore a molte recenti produzioni Marvel, che ultimamente hanno visto alti e bassi.

Dalla metà in poi, la trama diventa più avvincente, con un crescendo di adrenalina, specialmente nelle scene finali.

Anthony Mackie si impegna a raccogliere l’eredità di Chris Evans e diventare il nuovo simbolo del MCU, ma il confronto con l’originale è difficile: non riesce a emergere. Danny Ramirez nei panni del nuovo Falcon devo dire che mi ha convinto.

Per quanto riguarda i villain,Tim Blake Nelson interpreta Samuel Sterns in modo abbastanza piatto, ma la colpa è soprattutto della scarsa caratterizzazione del personaggio. Lo stesso vale per Giancarlo Esposito, che si ritrova in un ruolo marginale nei panni di Seth Voelker. Harrison Ford, invece, offre una performance impeccabile nel ruolo del presidente Thunderbolt Ross, dimostrando che la qualità di un grande attore non dipende dalla grandezza del ruolo.

Il duo formato dal nuovo Cap e dal nuovo Falcon funziona, e la loro sintonia emerge bene. Tuttavia, il personaggio più interessante rimane senza dubbio il presidente Ross, con una caratterizzazione solida e un passato complesso.

Il film prende realmente piede nella seconda metà, quando il legame tra il presidente Ross e il villain principale diventa centrale. La tensione tra di loro è palpabile, legata a un passato che li costringe a confrontarsi, a malincuore.

L’introduzione di Red Hulk è uno dei punti di forza, un personaggio che diverte molto e dal design accattivante.

Il villain avrebbe avuto del potenziale, grazie alla sua motivazione di vendetta, legata a Ross, ma rimane una figura poco esplorata, un’occasione persa. Inoltre, il ruolo di Giancarlo Esposito è praticamente inutile, ridotto a una comparsa senza spessore.

Una delle tematiche più interessanti è la lotta del nuovo Cap per farsi strada. Non essendo potenziato come Steve Rogers, il suo essere umano lo rende un simbolo di speranza per tutti coloro che non hanno superpoteri.

La trama diventa intrigante verso la metà, esplorando non solo i conflitti sul campo di battaglia, ma anche quelli politici tra le nazioni. Sarebbe stato interessante se il film avesse approfondito ulteriormente queste dinamiche, magari coinvolgendo altre potenze.

Il presidente Ross è, senza dubbio, il personaggio più riuscito, con una storia ben costruita che gli conferisce una profondità che altri personaggi non hanno.

Lo scontro finale è ben realizzato, ma rimane legato a un film che, nonostante il suo valore, si ferma a un livello superficiale.

Il problema principale che affligge molte produzioni Marvel recenti è la mancanza di una vera caratterizzazione dei personaggi. Il film si limita a un mix di azione, fan service e qualche battuta, senza andare oltre.

Probabilmente, uno dei motivi di questa mancanza di profondità è il numero eccessivo di sceneggiatori: ben sei. Un numero che, di solito, porta a confusione e incoerenza. Considerando questo, il risultato poteva essere molto peggiore, ma rimane senza dubbio la certezza che poteva essere realizzato meglio.

Nonostante tutto, il film è comunque promosso. Il nuovo Cap, però, non è ancora riuscito a conquistarmi: sebbene ci stiano provando a farlo diventare il nuovo volto del MCU, non riesco ancora a vederlo come un simbolo forte e iconico.

Fai Girare📡