“Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story” è una serie TV prodotta da Netflix, ideata da Ryan Murphy e interpretata principalmente da Nicholas Chavez (Lyle Menéndez), Cooper Koch (Erik Menéndez), Javier Bardem (José Menéndez), Chloë Sevigny (Kitty Menéndez) e Nathan Lane (Dominick Dunne).
La famiglia Menéndez, ricca e influente, viene sconvolta dall’omicidio dei genitori José e Kitty, uccisi brutalmente dai figli Lyle ed Erik il 20 agosto 1989. Durante il processo, i fratelli dichiarano di aver agito a causa degli abusi subiti dal padre, ma vengono condannati all’ergastolo per omicidio di primo grado, ritenuti motivati dall’avidità per l’eredità familiare.
La serie offre una rappresentazione accurata dei due fratelli, mettendo in risalto le loro differenze caratteriali. Erik è introverso, tormentato e vulnerabile, mentre Lyle appare più estroverso e sicuro di sé. La narrazione degli eventi legati all’omicidio è costruita attraverso una serie di flashback, una scelta che permette allo spettatore di comprendere prima le profonde cicatrici emotive lasciate dall’evento e poi le motivazioni che hanno portato i giovani a un gesto così estremo.
L’uso dei flashback è particolarmente efficace, poiché consente di esplorare non solo le conseguenze psicologiche e mentali dei protagonisti, ma anche l’impatto che il caso ha avuto sulla polizia e sull’opinione pubblica, costrette a confrontarsi con una verità complessa e scomoda. Notevole è anche il ruolo dello psicologo, che conosce la verità ma deve agire con cautela per proteggere se stesso e la propria professione.
La serie mantiene alta la curiosità dello spettatore, svelando gradualmente la verità dietro l’omicidio dei Menéndez. Questo approccio, sostenuto da un abile montaggio, riesce a tenere incollato lo spettatore allo schermo. Il comparto tecnico è eccellente: la fotografia si adatta alle diverse atmosfere, con colori caldi e saturi nelle scene all’aperto e una palette cupa e soffocante, quasi da film noir, nelle scene ambientate in carcere.
Dal punto di vista emotivo, la serie colpisce nel profondo, trasmettendo la sofferenza dei fratelli attraverso scene intense e angoscianti. Un esempio significativo è l’episodio 5, in cui Erik racconta gli abusi subiti: girato con una telecamera fissa e un leggero zoom continuo sul volto dell’attore, rappresenta un concentrato di tensione e bravura interpretativa. Senza tagli di scena e con dialoghi intensi, questo episodio mette in risalto l’eccellenza del cast, che riesce a sostenere una narrazione impegnativa e cruda.
Il ritratto dei genitori è altrettanto incisivo: un padre tirannico e manipolatore, e una madre incapace di proteggere i propri figli, preferendo ignorare gli abusi. Questa rappresentazione rende chiaro il contesto familiare disfunzionale che ha portato al tragico epilogo.
Se c’è un difetto nella serie, è forse l’eccessiva enfasi sul passato rispetto agli eventi presenti. Comprendere le ragioni di un crimine così efferato è fondamentale, ma un maggiore equilibrio narrativo avrebbe reso la storia ancora più avvincente. Tuttavia, questa scelta permette di approfondire la psicologia dei protagonisti, rendendo il racconto ancora più coinvolgente.
“Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez” solleva importanti domande etiche: fino a che punto la verità può essere conosciuta? Tutti hanno diritto a una difesa, anche i “mostri”? La serie riflette su quanto sia facile manipolare i fatti per sostenere una versione rispetto a un’altra, senza mai perdere di vista il lato umano dei protagonisti, che rimangono sempre al centro della narrazione.
La regia è incisiva e riesce a gestire con abilità le diverse fasi emotive della storia, con inquadrature studiate che enfatizzano sia i momenti di maggiore tensione che quelli più introspettivi. Il cast è straordinario: Javier Bardem è inquietante e magnetico nel ruolo di José Menéndez, mentre Nicholas Chavez e Cooper Koch sono eccellenti nel dare vita ai tormenti interiori dei fratelli. Da menzionare anche Nathan Lane, che interpreta lo scrittore Dominick Dunne, e Ari Graynor nel ruolo dell’avvocato Leslie Abramson, capaci di arricchire la storia con interpretazioni intense e sfaccettate.
In definitiva, “Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez” è una serie coinvolgente e stimolante, che offre uno sguardo profondo e inquietante su una vicenda complessa e dolorosa. Nonostante qualche lieve sbilanciamento narrativo, è un’opera che merita di essere vista, capace di spingere lo spettatore a riflettere su verità, giustizia e redenzione.

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