“Il robot selvaggio“ (“The Wild Robot”) è un film d’animazione scritto e diretto da Chris Sanders, ed è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo illustrato da Peter Brown. Film prodotto da DreamWorks Animation e doppiato principalmente da: Lupita Nyong’o / Esther Elisha (Roz), Kit Connor / Nicolò Bertonelli (Beccolustro), Boone Storm / Alessandro Starna (Beccolustro da piccolo) e Pedro Pascal / Alessandro Roja (Fink).
L’epica avventura segue il percorso di un robot chiamato “Roz”, che, a seguito di un naufragio, si ritrova su un’isola deserta. Qui dovrà imparare a sopravvivere in un ambiente selvaggio e ostile, instaurando gradualmente legami con gli animali dell’isola e prendendosi cura di un’ochetta rimasta orfana.
“Il robot selvaggio” presenta una premessa interessante: un robot immerso in un contesto naturale, apparentemente in contrasto con la sua natura tecnologica. L’ambientazione nel bosco crea un forte impatto visivo, con scene animate molto bene e momenti di comicità che danno respiro alla narrazione.
Il film esplora il tema del rapporto tra tecnologia e natura, mostrando come all’inizio la tecnologia umana distrugga l’ecosistema per mancanza di comunicazione e comprensione. Ma emerge anche una riflessione più profonda sul rapporto madre-figlio. La storia ci insegna che nessuno nasce madre o figlio, ma lo si diventa, e che la differenza biologica tra genitore e figlio non conta quanto l’amore che viene dato. È una riflessione attualissima sull’evoluzione del concetto di famiglia, toccando anche la discriminazione che queste famiglie “diverse dai canoni familiari originali” possono subire da parte di colleghi o abitanti dello stesso habitat.
Nonostante il tono delicato, il film non evita di mostrare la crudeltà della natura. Non è una visione idilliaca: ci sono momenti che ricordano quanto gli animali siano parte di un ciclo duro e spietato, ma che, se trattato con amore e gentilezza, si può mutare questo sistema.
Il film è toccante e a tratti emozionante, esplora temi come la diversità, il cambiamento e l’insegnamento da parte di una madre non convenzionale. Le musiche accompagnano bene le emozioni e le stagioni che passano nel corso della storia rendono le ambientazioni sempre interessanti e variabili. In un periodo del film ho trovato una particolare similitudine con l’arca di Noè, cioè quando il robot salva gli animali e li porta al suo rifugio, riscaldato e lontano dal freddo.
Il film ci mostra due lati della tecnologia: quella che può proteggere la natura e quella che può distruggerla. In tutto ciò, si evidenzia il sacrificio di una madre per la vita del proprio figlio, un messaggio universale di amore e dedizione.
“Il robot selvaggio” è un film che riesce a trattare con sensibilità temi profondi come l’amore materno, la diversità e il rapporto tra tecnologia e natura. Pur con qualche elemento narrativo che poteva essere approfondito di più, il film emoziona e invita alla riflessione su famiglia e cambiamento, offrendo al tempo stesso un’esperienza visiva coinvolgente e toccante.

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