“Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti” è un remake dell’omonimo film del 2022, scritto e diretto da James Watkins, prodotto da Blumhouse Productions e interpretato da: James McAvoy (Patrick Field), Mackenzie Davis (Louise Dalton), Scoot McNairy (Ben Dalton), Aisling Franciosi (Ciara), Alix West Lefler (Agnes Dalton) e Dan Hough (Ant).

Una famiglia statunitense, dopo aver instaurato un’amicizia con una famiglia britannica durante una vacanza, viene invitata a trascorrere un fine settimana nella loro residenza in campagna. Quello che all’inizio appare come un soggiorno idilliaco, però, si trasforma rapidamente in un incubo.

“Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti” si presenta come un film che tenta di rinnovare la formula dell’originale, senza tuttavia riuscire a ricreare del tutto l’atmosfera soffocante e disturbante che si percepiva nel primo film. L’inizio stenta a ingranare, con un ritmo incerto e un montaggio fin troppo frenetico, che non lascia spazio alla tensione di svilupparsi pienamente. Tuttavia, nella seconda metà, la narrazione prende una svolta interessante, grazie soprattutto all’inserimento di nuove dinamiche, come l’approfondimento delle interazioni tra i bambini, elemento che dona freschezza alla trama.

L’antagonista, Paddy, purtroppo, appare troppo caricato, quasi eccessivo, perdendo quella sfumatura di inquietudine sottile che ci si potrebbe aspettare da un personaggio del genere. Il tentativo di dare spessore alle coppie tramite le loro problematiche relazionali è potenzialmente interessante ma non del tutto riuscito, risultando in una caratterizzazione piuttosto superficiale. Tuttavia, una volta che il film accelera verso la fine, la componente action prende il sopravvento, trasformando la pellicola in qualcosa di radicalmente diverso dall’originale, diventando una produzione “all’americana”, con continue battute e un ritmo serrato.

È proprio questo cambiamento che, se da un lato rende il film più accessibile a un pubblico più ampio, dall’altro lo priva di quel disagio palpabile che rendeva l’originale così affascinante. Alcune scene sembrano troppo addomesticate, non riuscendo a riprodurre quell’atmosfera opprimente e scomoda che invece caratterizzava il primo capitolo.

James McAvoy è l’elemento che spicca maggiormente nel cast, probabilmente anche grazie alla sua fama, ma la sua interpretazione risulta a tratti eccessiva. Viene da chiedersi se sia stata una scelta dell’attore o un’imposizione del personaggio stesso, ma rimane comunque interessante, soprattutto per i suoi sguardi da psicopatico e la buona presenza nelle scene d’azione.

La vera domanda è: perché realizzare un remake dopo soli due anni? Forse per rendere la storia più conosciuta, cavalcando la produzione americana e un cast di volti più noti, con l’obiettivo di conquistare un pubblico più vasto e generare maggiori incassi. In questo senso, il film ha effettivamente svolto il suo compito, facendo luce sull’originale e portandolo all’attenzione di chi non lo conosceva.

In conclusione, sebbene diretto con competenza, specialmente nelle scene d’azione, la narrazione non riesce a ricreare lo stesso livello di tensione del primo film. È un remake che ha il pregio di ampliare il pubblico, ma perde in profondità e smarrisce quel lato artistico che ho molto apprezzato nell’originale, trasformandosi in un’opera più leggera e meno disturbante.

Fai Girare📡