“Monkey Man” è un film di vendetta con un Dev Patel protagonista, produttore (assieme a Jordan Peele) e per la primissima volta anche regista. 

Kid (Monkey Man) è un giovane ragazzo che si guadagna da vivere in un fight club clandestino dove, match dopo match, indossando una maschera da scimmia (ispirato alla leggenda di Hanuman, simbolo di forza e coraggio), viene picchiato a sangue da lottatori più famosi in cambio di denaro.

Dopo anni di rabbia repressa, Kid scopre un modo per intrufolarsi nell’élite sinistra della città per dare la caccia all’assassino di sua madre e a tutti coloro che hanno abusato del proprio potere sui più deboli per un interesse personale e politico.

Monkey Man vive intrappolato nei ricordi traumatici del suo passato, rivelati attraverso continui flashback. Il film parla di vendetta ma con una trama più costruita e una motivazione di vendetta più autentica, sebbene la critica sociale possa risultare meno originale.

Il film alle volte può  peccare in alcuni dialoghi o scelte di sceneggiatura ma la regia di Patel brilla soprattutto nei momenti di combattimento, con una caotica rappresentazione che riflette la rabbia del protagonista.

L’India viene rappresentata tramite gli usi, costumi e spiritualità ma anche attraverso la criminalità e la povertà al cospetto delle grandi potenze.

Il film si conclude in modo violento e adrenalinico, arricchito da interessanti zoom, piani sequenza e giochi di specchi che sottolineano il talento del regista, esordio approvato. 

Tuttavia, mentre il film trae ispirazione dai successi di John Wick, presenta alti e bassi nell’intrattenimento, con momenti coinvolgenti alternati ad altri più noiosi, rendendo l’esperienza complessiva un viaggio altalenante ma coinvolgente.

Fai Girare📡