“Kraven – Il cacciatore” (“Kraven the Hunter”) è un film scritto da Matt Holloway, Art Marcum e Richard Wenk, diretto da J. C. Chandor. Basata sull’omonimo personaggio di Marvel Comics, è il sesto e ultimo film del Sony’s Spider-Man Universe. Interpretato principalmente da: Aaron Taylor-Johnson (Sergei Kravinoff / Kraven il cacciatore), Ariana DeBose (Calypso), Fred Hechinger (Dmitri Kravinoff / Camaleonte), Alessandro Nivola (Aleksei Sytsevich / Rhino) e Russell Crowe (Nikolai Kravinoff).
L’immigrato russo Sergei Kravinoff ha un solo obiettivo nella vita: dimostrare a chiunque di essere il più grande cacciatore del mondo.
La sceneggiatura di “Kraven – Il cacciatore” lascia molto a desiderare: gli eventi si susseguono senza una logica apparente, le motivazioni dietro le azioni dei personaggi non vengono spiegate, e il risultato è una narrazione confusionaria. I dialoghi sono inutili, futili e spesso imbarazzanti, privi di spessore. Le scelte del protagonista, soprattutto nella sua fase giovanile, sono prive di senso e mai giustificate, mentre le interazioni tra i personaggi appaiono squallide e prive di naturalezza.
La struttura del film peggiora ulteriormente la situazione: un continuo cambio di location che disorienta e spezza il ritmo della storia, già compromesso da un montaggio caratterizzato da continui salti tra i personaggi mal gestiti. Questo continuo “spezzettare” non fa altro che rendere ancora più difficile seguire una trama già di per sé debole, sempre ammesso che un ritmo narrativo esista davvero.
Sul fronte della violenza, pur essendo presente, manca completamente di impatto: le scene che dovrebbero emozionare o creare tensione sono circondate da un contesto così privo di interesse da rendere tutto sterile, senza alcuna enfasi, dato da tutto quello che accade sino ad arrivare a quel momento.
Aaron Taylor-Johnson, nel ruolo di Kraven, offre un’interpretazione piatta, priva di carisma, rabbia o intensità emotiva. L’unica interpretazione che si salva, anche se senza eccellere, è quella di Russell Crowe nei panni del padre, un personaggio che, pur con poco materiale a disposizione, riesce a emergere rispetto al resto del cast.
Il Kraven portato sul grande schermo è profondamente diverso da quello dei fumetti. Lontano dalla figura fisicamente possente e dominante che dovrebbe rappresentare, il personaggio appare snaturato: abile sì, ma privo della forza e della presenza scenica che lo contraddistinguono nei comics. Nel film, Kraven è stato trasformato in un animalista con una connessione speciale con il regno animale, impegnato a combattere la tirannia umana. Non è un villain, ma un antieroe, una scelta ormai comune nei film Sony-Marvel, che sembra incapace di creare veri cattivi. Anche l’acquisizione dei suoi poteri è rappresentata in modo banale, ricorrendo a un espediente già visto in “Morbius” e “Venom: La furia di Carnage”, privo di originalità e di impatto.
I personaggi secondari sono appena accennati e privi di background. Tra questi spicca, per quanto possibile, il fratello di Kraven, il Camaleonte, che risulta il più coerente nella sua evoluzione. Al contrario, personaggi come l’uomo capace di creare illusioni vengono introdotti senza alcuna spiegazione e liquidati senza sviluppi significativi. Rhino, il villain principale, è un concentrato di banalità: mosso dalla solita sete di vendetta e caratterizzato da una CGI mediocre, il suo arco narrativo si conclude in modo assurdo e deludente, senza mai sfruttare il potenziale del personaggio o offrire una spiegazione interessante sulla sua trasformazione in rinoceronte.
Il film affronta temi già visti mille volte, come vendetta, dispute familiari e criminalità, senza aggiungere nulla di nuovo. Anche elementi fondamentali come la musica, viene relegata a un ruolo di sottofondo durante i combattimenti. La regia e la fotografia, invece di dare qualcosa al film sembrano copiare malamente lo stile degli altri film Sony-Marvel, privi di identità o personalità.
In definitiva, “Kraven – Il cacciatore” è un film che non offre nulla: un personaggio con una storia ricca e interessante viene trasposto sul grande schermo in maniera pessima. Le caratteristiche iconiche del Kraven dei fumetti vengono completamente ignorate in favore di una rivisitazione poco ispirata e mal gestita. Anche le rivisitazioni, se fatte, devono avere una loro coerenza e visione, entrambe assenti qui. I temi sono banali, il ritmo insostenibile e il film sembra infinito. Più di una volta mi sono ritrovato a desiderare che finisse, segno che nemmeno l’intrattenimento minimo è stato raggiunto.

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