Questo terzo Diabolik diretto dai Manetti Bros è veramente di scarso livello. Le cose salvabili di questo film sono poche, veramente poche.

Partiamo dal titolo: “Diabolik Chi sei?” Questo titolo inizia a avere un senso solo a un quarto dalla fine della pellicola, grazie a un’interazione tra Ginko e Diabolik, dove vediamo il secondo aprirsi all’ispettore, raccontandogli le sue origini. Questa parte è probabilmente la più interessante di tutto il film. Ci viene mostrato un Young Diabolik (molto più convincente rispetto a quello di Gianniotti) scaltro e intelligente, che apprende molto rapidamente le arti criminali che gli serviranno in futuro, e non solo; ci verrà anche svelato da dove nasce il nome Diabolik.

Dopo questo paragrafo non si può assolutamente parlare positivamente del resto del film, anzi. Una recitazione veramente scadente da parte di tutti, partendo dai personaggi secondari, passando per Monica Bellucci e finendo in grande con Giacomo Gianniotti, l’unico che si salva ovviamente, è sempre il grande Valerio Mastrandrea.

Un film dal ritmo lento, noioso, pieno di momenti morti e una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti, grazie a un insieme di dialoghi banali, interazioni tra i personaggi insensate, avvenimenti davvero poco credibili e, per concludere, una trama che non si capisce in che direzione vuole andare.

Ma poi voglio dire una cosa, ma la maschera cosa cavolo se la mette a fare se tutti, e dico tutti, sanno la sua vera identità? Mah…

Detto ciò, questo film non mi ha convinto per niente, ma come dico sempre, bisogna andare al cinema a farsi la propria opinione personale e non rifiutare la visione di un film solo perché si è letto recensioni o pareri negativi a riguardo.

Fai Girare📡