Il film “Caracas” racconta la storia di un famoso scrittore napoletano (Toni Servillo) che, dopo aver abbandonato la scrittura, ritorna nella sua città natale. Il calore della città e alcuni eventi negativi riaccendono in lui la passione per la scrittura, mettendolo di fronte a una macchina da scrivere.
Nel contesto di Napoli, controllata da squadre fasciste che promuovono odio, violenza e discriminazione, il protagonista si trova ad affrontare un presente radicalmente diverso dal passato.
Il film presenta atmosfere calde e una fotografia coinvolgente, ma manca di una costruzione dettagliata del personaggio di Caracas (Marco D’Amore) privandolo di una vera identità e profondità.
L’incrocio tra immaginazione e realtà dello scrittore si riflette nel suo quartiere, ora dominato da una comunità musulmana, trasformando la sua esperienza in una fusione di dubbi e perdite di certezze.
Tuttavia, la trama risulta confusa e poco chiara, specialmente a causa di una sceneggiatura e un montaggio che tentano di essere sofisticati ma finiscono per creare confusione. Il film affronta temi importanti che, purtroppo, non vengono adeguatamente sviluppati, così come i personaggi, che risultano piatti a causa della mancanza di una solida struttura caratteriale.
In definitiva, “Caracas” promette molto ma, alla fine, delude le aspettative, lasciando lo spettatore con una sensazione di vuoto simile a un regalo ben impacchettato ma privo di contenuto.

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