“Beetlejuice Beetlejuice” è un film scritto da Alfred Gough, Miles Millar diretto da Tim Burton. Prodotto dalla casa Warner Bros.
Interpretato principalmente da: Michael Keaton (Beetlejuice), Winona Ryder (Lydia Deetz), Catherine O’Hara (Delia Deetz), Jenna Ortega (Astrid Deetz), Monica Bellucci (Delores) e Willem Dafoe (Wolf Jackson).

La casa dei Deetz resta ancora sotto l’influenza dello spirito di Beetlejuice, confinato però nel regno dell’aldilà. Quando la giovane Astrid sale in soffitta, scopre il modellino della cittadina e, senza volerlo, apre un varco verso l’Aldilà. Con i problemi che emergono in entrambi i mondi, quello dei vivi e quello degli spiriti, è solo una questione di tempo prima che qualcuno pronunci tre volte il nome di Beetlejuice.

Un film dalle inconfondibili musiche di Danny Elfman, che, come sempre, donano un tocco unico alla pellicola, accompagnando magistralmente la scenografia e i costumi ricchi di dettagli. Tecnicamente il film è molto buono, ma del resto si parla di Tim Burton, un regista noto per il suo stile inconfondibile. La sua regia è funzionale, con qualche momento davvero interessante.

“Beetlejuice Beetlejuice” riesce a divertire, soprattutto nelle scene musicate e nelle interazioni tra Beetlejuice e Lydia, ma in realtà in tutte le sequenze in cui appare il personaggio interpretato da Michael Keaton. Keaton, infatti, è sempre in gran forma e dona al film un’energia irrefrenabile, mentre Monica Bellucci, purtroppo, non convince affatto. Le interazioni migliori tra i personaggi emergono quando c’è Beetlejuice sullo schermo.

La trama, però, presenta alcune debolezze: sembra esserci più di una storia principale, ma entrambe sono trattate in maniera superficiale e si esauriscono rapidamente. Da un lato, c’è la missione di salvare Astrid dall’aldilà, dall’altro, il ritorno di Delores alla ricerca di Beetlejuice, una storia che, a un certo punto, tende a perdersi, poiché non è stata approfondita adeguatamente né nei tempi né nella profondità. Willem Dafoe, nel ruolo dell’attore Wolf Jackson che interpreta un poliziotto, e Baby Beetlejuice sono due personaggi che portano quella nota in più di divertimento al film.

All’inizio, il film non mi ha entusiasmato a causa delle storie poco coinvolgenti, e andando avanti queste non si sono evolute significativamente piu di tanto. Tuttavia, il ritmo ha preso piede, diventando sempre più apprezzabile, ricco di gag e momenti divertenti. “Beetlejuice Beetlejuice” contiene diverse citazioni al mondo dell’horror, dal celebre “Psycho” fino a Mario Bava, un omaggio che farà sicuramente piacere agli appassionati del genere.

Questo film ricorda il Tim Burton in forma di qualche anno fa, ma appare (purtroppo) troppo modernizzato, con una storia d’amore adolescenziale e numerosi riferimenti al mondo attuale. È comunque un’opera surreale e grottesca al punto giusto, che si rivela un degno sequel anche se consapevole di non poter superare il film del 1988. Infatti, nel film originale si percepiva una maggiore profondità nella trama e nel personaggio oscuro di Lydia. Jenna Ortega si dimostra adeguata per il ruolo, ma non lascia un’impressione particolarmente memorabile: è semplicemente funzionale a quello che succede.

Il dark humor, caratteristico del primo film, è presente e funziona, ma non raggiunge le stesse vette. Alcune scene, secondo me, avrebbero potuto essere rappresentate in modo diverso, perché ci sono diversi momenti con un buon potenziale che sono stati sfruttati solo in parte.

Nel complesso, però, “Beetlejuice Beetlejuice” resta una piacevole visione per chi ha apprezzato l’originale e ha voglia di riassaporare quelle atmosfere di trentasei anni fa.

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