“Alien: Romulus” è un film co-scritto e diretto da Fede Alvarez, prodotto da Ridley Scott e da casa 20th Century Studios. Interpretato principalmente da: Cailee Spaeny (Rain Carradine), David Jonsson (Andy), Archie Renaux (Tyler) e Isabela Merced (Kay).

Il film rappresenta il settimo capitolo in ordine cronologico del franchise “Alien”. Cronologicamente, questa storia si colloca tra il primo film, “Alien” (1979), e il secondo, “Aliens” (1986).

Un gruppo di giovani colonizzatori spaziali scopre una stazione spaziale abbandonata. Decidono di esplorarla per recuperare materiali, ma una volta a bordo, si trovano faccia a faccia con la spaventosa creatura aliena che ha quasi sterminato l’equipaggio della Nostromo.

Il film, fedele alla tradizione della saga, pone allo spettatore la domanda se sia meglio seguire il cuore o il cervello, un tema che attraversa la narrazione fino alla conclusione. Tuttavia, rispetto all’originale, manca quella sensazione di sporco e di vissuto nella scenografia, un elemento che contribuiva in modo sostanziale all’atmosfera del primo “Alien”.

“Alien: Romulus” si distingue per un comparto sonoro di grande impatto, caratterizzato da un uso sapiente di alti intensi contrapposti a silenzi assordanti, che riescono a costruire un’atmosfera di tensione costante. Uno degli aspetti più apprezzabili è la scelta di ricreare il xenomorfo con un costume piuttosto che con la CGI, una decisione che dona al mostro una presenza fisica tangibile e credibile, esaltando l’efficacia delle sue apparizioni sullo schermo.

L’elemento horror si manifesta in modo più evidente solo nel finale, ma sfortunatamente, i personaggi che incontrano una fine tragica non riescono a suscitare un vero dispiacere, poiché la sceneggiatura non permette allo spettatore di affezionarsi a loro. Le citazioni al primo “Alien” sono numerose e ben evidenti. Rain e Andy sono personaggi ben delineati e caratterizzati e interpretati molto bene da Cailee Spaeny e David Jonsson, ma il resto del gruppo appare per lo più inutile e funzionale unicamente alle scene di violenza, nonostante gli interpreti offrano comunque delle buone performance.

La messa in scena è efficace, con un uso equilibrato di spazi claustrofobici e un’interessante gestione dei chiaroscuri. Non manca il fan service, con il ritorno di alcuni personaggi e inquadrature che richiamano esplicitamente l’ “Alien”di Ridley Scott.

Purtroppo, la sceneggiatura è il punto debole del film. Le azioni dei personaggi spesso risultano insensate, e molti degli elementi mostrati sembrano già visti, riducendo l’originalità del prodotto. Gli effetti speciali, comunque, sono di alto livello, e la CGI viene utilizzata con moderazione, una scelta che merita sicuramente un plauso.

Comprendo l’intenzione di Fede Alvarez di omaggiare il franchise, e in particolare l’opera di Scott, ma questa devozione rischia di cadere nella ripetitività, mancando di introdurre idee veramente nuove. In sintesi, “Alien: Romulus” è un film tecnicamente valido, ma meno convincente dal punto di vista della scrittura e della narrazione.

Fai Girare📡