“A Quiet Place – Giorno 1” è il terzo capitolo della saga omonima e prequel del primo film scritto e diretto da Michael Sarnoski, prodotto da Paramount Pictures e interpretato principalmente da: Lupita Nyong’o (Sam), Joseph Quinn (Eric), Alex Wolff (Reuben) e Djimon Hounsou (Henri).
Il giorno del silenzio è arrivato, violento e senza tregua in una New York desolata e allo sbaraglio, i nostri protagonisti cercheranno in tutti i modi di sfuggire silenziosamente dalle grinfie di questi mostri alieni che si sono catapultati senza preavviso sul nostro pianeta.
La reazione positiva del pubblico in sala è sempre un segno di successo, e “A Quiet Place – Giorno 1” non fa eccezione. Il coinvolgimento totale degli spettatori è garantito dall’immersione completa nel tema principale del film: non puoi parlare, non puoi fare rumore, non puoi farti sentire da LORO. Questi “loro” sono i mostri alieni, ma il film porta avanti un messaggio più profondo, già presente negli altri due film precedenti della saga. Chi detiene il potere cerca di tarpare le ali a chi vuole esprimersi e, se necessario, eliminare coloro che diventano fastidiosi.
L’ambientazione di una New York sotto attacco è realizzata in modo eccellente, con una scenografia dettagliata e credibile. Michael Sarnoski si distingue sia alla regia che nella sceneggiatura, offrendo un prodotto solido e avvincente.
Il film riesce a creare una tensione palpabile attraverso il silenzio, un espediente già utilizzato nei precedenti capitoli, ma qui manca quell’elemento in più rappresentato dalla ragazzina muta e dal linguaggio dei segni, ma tutto sommato poco male. Il film non solo ha l’intento di incutere paura e tensione, ma presenta in diverse sequenze attimi delicati ed emozionanti.
Un personaggio interessante è il gatto, che, sebbene marginale, incarna la speranza e il desiderio di ricordare la vita prima del disastro, mantenendo un legame con l’umanità, una citazione affascinante con “Alien”. La protagonista, Sam, interpretata molto bene da Lupita Nyong’o, è una ragazza malata terminale che vuole vivere i suoi ultimi momenti secondo i suoi desideri, rivisitando i luoghi significativi della sua vita ricordando quei vecchi momenti vissuti con gioia.
Eric, interpretato da Joseph Quinn, dona se stesso fino all’ultimo per sostenere Sam, rappresentando una fede incrollabile nell’umanità. Il film tratta la malattia del cancro con grande sensibilità e costruisce una protagonista sofferente e forte allo stesso tempo, a cui la vita ha girato le spalle, ma che alla fine compie un gesto di umanità estrema, donando se stessa per un bene altrui.
Il legame tra Sam ed Eric, che si sviluppa nel corso del film, è un esempio di come l’unione possa fare la forza e di come non si debba mai perdere la speranza in noi stessi, nel prossimo, nell’umanità.
Un terzo capitolo della saga che convince e non poco, che non sfigura rispetto ai precedenti, ma anzi, dice la sua a gran voce (ma non troppo forte).

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