“The Substance” è un film scritto e diretto da Coralie Fargeat, al suo primo film in lingua inglese. Film prodotto da Working Title Films e interpretato principalmente da: Demi Moore (Elisabeth Sparkle), Margaret Qualley (Sue) e Dennis Quaid (Harvey).

Con The Substance, si ha la possibilità di creare una versione alternativa di sé, più giovane, più bella, più ideale. L’unico requisito è condividere il tempo: una settimana ciascuno, una settimana per l’altro.

“The Substance” è senza dubbio il film dell’anno. Non provavo una simile soddisfazione e un tale trasporto emotivo uscendo dalla sala da molto tempo. Questo film è riuscito a penetrare nel profondo con la sua potente rappresentazione visiva e tematica, dalla regia impeccabile alle interpretazioni intense, passando per scene disturbanti e sconvolgenti, fino a un finale splatter che ti lascia senza fiato, immerso in un vortice di emozioni.

Il film esplora l’identità di genere e la complessa ricerca dell’io, argomenti di grande attualità nel 2024, affrontando anche la paura dell’invecchiamento e l’inevitabile conclusione di una carriera nel mondo dello spettacolo, dato dall’apparire. È un mondo spietato che prima ti esalta e poi ti scarta senza pietà. “The Substance” critica con forza il maschilismo insito nello show business, incarnato in modo volutamente volgare e fastidioso dal personaggio di Harvey, simbolo di un ambiente in cui le donne sono costrette a interagire quasi esclusivamente con uomini che le guardano dall’alto in basso, che le sfruttano e le oggettivano, trattando il loro corpo come un mezzo per guadagno e potere.

Il film sottolinea il dramma del passare del tempo, della bellezza e della giovinezza perduta, mettendo in luce la superficialità e l’apparenza che caratterizzano il mondo dello spettacolo attraverso la televisione, in uno stile che ricorda le atmosfere inquietanti di “Videodrome.” Con una colonna sonora coinvolgente, che dà ritmo e potenza alle scene, la pellicola parla per immagini più che per parole. Coralie Fargeat, con la sua maestria, porta in scena un’opera visiva coinvolgente e provocatoria, sfruttando primissimi piani e dettagli per trasmettere senza filtri i temi più profondi e scomodi.

Le citazioni ai grandi registi come Stanley Kubrick, David Cronenberg e Brian De Palma sono forti e ben riuscite, dai richiami a “Shining” e “La Mosca” fino al finale splatter che rievoca “Carrie” e l’inquietudine di “The Elephant Man” di Lynch. Tuttavia, “The Substance” non si limita a omaggiare: utilizza queste influenze per creare qualcosa di nuovo, audace e attuale. Anche “Re-Animator” è una chiara ispirazione, con il liquido verde e il desiderio di sfidare i limiti della vita, trasformando questi riferimenti in una riflessione personale e innovativa.

Il reparto trucco è straordinario, realizzando creature deformi in modo realistico e impressionante, così come tutti gli altri effetti visivi, portando il corpo umano in una dimensione orrifica e distorta che aggiunge forza visiva al messaggio del film. Nel finale, il ritmo cresce in un’esplosione drammatica, culminando in un’orgia visiva di orrore e ribellione, un rigetto totale contro chi giudica esteticamente, in una furia liberatoria e disturbante che rappresenta l’essenza stessa del film.

Margaret Qualley, Demi Moore e Dennis Quaid si rivelano perfetti nei rispettivi ruoli, mostrando interpretazioni cariche di autenticità e intensità. I loro personaggi si sviluppano in modo coerente lungo l’arco narrativo, e la messa in scena immediata e diretta trasmette i messaggi con forza senza bisogno di lunghe spiegazioni.

Coralie Fargeat ha creato un’opera non facile da dimenticare, dimostrando grande capacità narrativa e registica, affrontando temi attuali e controversi in modo potente.

“The Substance” non è solo un film, è un’esperienza intensa e trasformativa, una profonda riflessione sull’identità, sull’invecchiamento e sulle conseguenze di sfidare la natura. Guardarlo è come vivere un viaggio emotivo viscerale, che lascia il segno e che consiglio vivamente a chi cerca un cinema che osa e che lascia il segno.

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