“Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere (Stagione 2)” è una serie tv targata Prime video, prodotta dagli showrunner J.D. Payne e Patrick McKay e diretta da Charlotte Brändström. Interpretata principalmente da: Morfydd Clark (Galadriel), Robert Aramayo (Elrond), Charlie Vickers (Sauron), Joseph Mawle (Adar), Charles Edwards (Celebrimbor) e Daniel Weyman (The Stranger).

Nella seconda stagione de “Gli Anelli del Potere”, Sauron continua a consolidare il suo dominio, sfruttando la crescente influenza degli Anelli per corrompere e soggiogare le razze della Terra di Mezzo. Il potere oscuro si espande, gettando un’ombra minacciosa su ogni angolo del continente, mentre alleanze fragili si formano e si rompono di fronte alla paura di un conflitto imminente. La tensione cresce, e la guerra sembra ormai inevitabile: un confronto epico si avvicina, che non risparmierà né eroi né reami. La posta in gioco è più alta che mai, e solo il tempo dirà chi sopravviverà a questa oscura ascesa.

La seconda stagione de “Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere” si conferma esteticamente splendida, con scenografie mozzafiato e una fotografia che si adatta perfettamente al contesto di ogni scena. Tuttavia, la narrazione presenta alcune criticità, specialmente riguardo alla genesi di Sauron. Se da un lato apprezzo l’idea di un male che si rigenera dopo la morte, dall’altro il modo in cui questa rinascita è trattata sembra troppo delicato e privo della ferocia che ci si aspetterebbe da un personaggio vendicativo come Sauron.

Alcune scelte narrative appaiono banali e avrebbero potuto essere sviluppate con maggiore serietà. Questo aspetto è probabilmente accentuato dall’interpretazione di alcuni attori che, in certi momenti, non riescono a rendere completamente credibili le scene. Un esempio è Morfydd Clark nei panni di Galadriel, che non riesce a convincermi pienamente, mentre ho apprezzato di più Daniel Weyman nei panni dello Straniero.

Dal punto di vista tecnico, la serie si difende bene: i momenti panoramici sono accompagnati da musiche perfette per il contesto, e la CGI, seppur non eccessivamente presente, è utilizzata in modo efficace e credibile. Tuttavia, uno dei difetti più evidenti è la presenza di troppi personaggi e sottotrame, rendendo difficile per lo spettatore   e per la serie stessa, seguire ogni storia con la giusta attenzione.

Sauron/Annatar, in particolare, è un personaggio che avrebbe potuto avere una profondità maggiore. Sebbene sia manipolatorio e strategico, la cattiveria che ci si aspetta da un antagonista di tale calibro non emerge in maniera preponderante, lasciando la sensazione che il personaggio sia stato trattato solo in superficie.

Le scene di guerra e combattimento sono ben girate, grazie a una buona scenografia e a un’ottima messa in scena, supportate da un grande budget che si riflette nella qualità visiva complessiva della serie. Un momento particolarmente riuscito è stato l’introduzione di un determinato personaggio nell’ultimo episodio, sia per la regia che per la messa in scena.

In conclusione, “Gli Anelli del Potere” è una serie apprezzabile che riesce a offrire momenti visivamente splendidi e coinvolgenti, ma che presenta anche alcune scelte narrative e interpretative che avrebbero potuto essere gestite meglio. È una serie che, pur con i suoi difetti, riesce a intrattenere e a offrire spunti interessanti, sebbene non manchi di far sorgere qualche perplessità.

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