“Fabbricante di lacrime” è un film diretto da Alessandro Genovesi, adattamento dell’omonimo romanzo di Erin Doom. È disponibile sulla piattaforma Netflix ed è interpretato principalmente da Caterina Ferioli e Biondo.
La protagonista è Nica, una ragazzina che vive in un orfanotrofio chiamato Grave, dove si raccontano da sempre storie e leggende. La più famosa è quella del fabbricante di lacrime, un misterioso artigiano dagli occhi azzurri colpevole di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano nel cuore degli uomini. Un giorno, una coppia decide di adottarla, avverando così il suo sogno, ma insieme a lei adottano anche Rigel, un ragazzo misterioso che la odia per motivi a lei sconosciuti.
Il film è un completo disastro: è impossibile individuare l’epoca o il luogo di ambientazione. Le interpretazioni sono penose, con continui scambi dialogali sottovoce e pause incomprensibili. I dialoghi stessi sono privi di senso, spesso cringe e imbarazzanti.
Anche la dizione è debole, rendendo difficile comprendere i dialoghi, soprattutto quelli dei protagonisti. Paradossalmente, questo film è talmente fallimentare da diventare un caso di studio come capolavoro di ciò che non funziona nel cinema moderno.
La sceneggiatura è pessima, con una successione di scene disconnesse e monotone. L’uso di slow motion, abbinato alle musiche di sottofondo, crea un’atmosfera più imbarazzante che coinvolgente.
Il montaggio del film è privo di logica, con scene messe insieme senza un apparente criterio, e il finale sembra non arrivare mai, estendendo all’infinito un’esperienza già di per sé tediosa.Una bella commedia da vedere con amici e parenti.
Pensavo che con la visione di “Morbius” e “Madame Web” dell’ultimo periodo, si fosse toccato il fondo, ma dopo aver visto questo film mi sono ricreduto, non c’è limite al peggio.

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