Intrattenente, sarcastico, ironico, splatter, slasher e investigativo: così si può riassumere “Thanksgiving”.
Un film che appositamente non si prende sul serio, ridicolizzando i momenti di tristezza e di terrore utilizzando stereotipi tipici dei film horror. Fino ad un certo punto della storia, perché avvicinandosi sempre di più verso il finale, i toni sembrano diventare sempre più seri, grazie al faccia a faccia tra la preda e il suo predatore.
Contiene alcune tematiche importanti come la critica sociale, il capitale, le multinazionali e il potere sulle masse.
Le similitudini con “Scream” sono diverse: le motivazioni che muovono il cattivo a fare quello che fa, l’utilizzo della maschera, l’atmosfera ironica e sarcastica che lo contraddistingue, ecc…
Molto interessante e intelligente l’utilizzo della dinamica social, facendo diventare una diretta qualunque, in una vera e propria arma letale.
Alcuni espedienti sono banali e insignificanti ma solitamente vengono utilizzati appositamente in questi generi di film per far sì che la trama continui.
Un’ora e quarantasei minuti di buon divertimento splatter che può essere apprezzato tranquillamente anche dai non amanti del genere slasher.

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